Jamie Vardy, un ragazzo qualunque di Sheffield, oggi è tra i calciatori più famosi del mondo. Solo qualche anno fa non avrebbe neanche potuto immaginare che "un operaio che faceva i turni in fabbrica, viveva a casa con i genitori e segnava qualche gol in una squadra di dilettanti senza pretese" sarebbe diventato una delle più grandi star della Premier League. La sua è una vera fiaba di successo e di riscatto: nel bel mezzo di un'adolescenza inquieta e turbolenta di cui non fa mistero, viene rifiutato dallo Sheffield Wednesday perché troppo esile per fare il calciatore professionista; gioca per anni nel torneo dei pub e nei dilettanti dello Stocksbridge Park Steels, dove guadagna trenta sterline a settimana mentre lavora in una fabbrica di tutori ortopedici. Poi, grazie a un impegno e a una passione di ferro, e dopo una valanga di gol segnati con il FC Halifax e il Fleetwood Town, arriva il grande salto. Approda al Leicester City che, salvatosi miracolosamente dalla retrocessione, inizia con lui la sua stagione magica: una squadra di sconosciuti con un grande spirito di gruppo realizza l'impensabile, vincendo un titolo dato 5000 a 1, e Jamie stabilisce il record di undici gol consecutivi in Premier League - dopo di lui solo un certo Ruud van Nistelrooy. Questa è la storia che nessuno si aspettava, quella di un ragazzo venuto dal nulla che ha raggiunto il successo, raccontata a modo suo, con onestà e coraggio.