“Io non so che cosa sia l’amore. So cosa sono
le intimità provvisorie. Non pensate a godimenti
fuggitivi, a divagazioni non matrimoniali. Solo
una visione vecchia di noi stessi e degli altri ci può
far pensare all’amore come a una cosa che prima
non c’è e poi compare e poi finisce. A me sembra
che ci sono parti di noi che sono sempre in amore
e altre che sono in fuga, sepolte e irraggiungibili.
Ogni incontro bello, ogni intimità attinge a un
giacimento mitico e poetico del quale dobbiamo
smettere di aver paura.
L’amore è una dimensione intimamente locale,
si svolge sempre in un luogo ed è inedito ogni
suo gesto. Il luogo dell’amore è il corpo. Corpo
che diventa foglia, albero, paesaggio. Corpo che
fa ombra e fa luce, corpo assoluto e cordiale,
per un’ora o per mezzo secolo. Riconoscere questa
specificità dell’amore è una forma di resistenza
alla globalizzazione delle emozioni, alla dispersione
dell’intensità. Il corpo amoroso ci richiama alla vita
da vicino, al suo sapore locale, preciso.”
Le poesie di Franco Arminio sono il resoconto quieto
e febbrile di un cammino umanissimo eppure
percorso dall’anelito a qualcosa di più grande.
La parola poetica diventa rivelazione di una scintilla
divina tra le nostre mani e canta un amore che
forse non ci salva, ma senza il quale saremmo soli
in balia del tempo che scorre.