di Giovanni Reale

Romanino e la «Sistina dei poveri» a Pisogne

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"Per comprendere Romanino bisognava intendere il senso e la portata della rottura da lui operata nei confronti del paradigma classico dominante, soprattutto a Venezia. E tale comprensione è iniziata con Roberto Longbi, mediante la sua rivalutazione della pittura lombarda, in particolare di quella bresciana. Longhi ha visto in essa addirittura precedenti caravaggeschi. Di conseguenza, il giudizio di quella pittura, giudicata 'provinciale' in senso negativo, si è capovolto in positivo, e sono state indicate le novità che vi emergevano e la loro importanza. Longhi conosceva Romanino molto bene, ma non lo inseriva espressamente fra i precursori di Caravaggio. Tuttavia proprio a seguito delle sue interpretazioni della pittura bresciana, non pochi studiosi lo hanno considerato, e giustamente, un precursore di Caravaggio. Ma è stato soprattutto Giovanni Testori che ha contribuito a tracciare le connotazioni del nuovo paradigma ermeneutico con la metafora della pittura di Romanino come 'dialetto figurale', o semplicemente di 'dialetto', in contrapposizione al paradigma accademico dominante. Testori ha addirittura rafforzato questa sua metafora con quella anche più forte della pittura di un 'barbaro'. Dalle sue osservazioni si giunge a comprendere l'espressionismo' di Romanino, che sotto certi aspetti - anticipa in nuce ben tre secoli e più di storia." (dalla prefazione di Giovanni Reale)
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Dettagli

Editore Bompiani
Copertina Cartonato con sovraccoperta
EAN 9788845276583
Dimensioni 17.5 x 24.2 cm
Lingue Italiano
Pagine 450
Data di uscita 28/05/2014

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