Nel 1768 a Bordeaux nasce Françoise-
Joséphine de Sauvage, da una famiglia di
nobili di spada e di proprietari terrieri,
con possedimenti intorno al Château
d’Yquem, dove risiedono. L’infanzia di
Joséphine trascorre tra le vigne e i profumi
del territorio. La bambina accompagna i
viticoltori e affianca il padre, desideroso di
trasmetterle le sue conoscenze in materia
di viticoltura e vinificazione. A diciassette
anni Joséphine resta orfana di entrambi i
genitori e diventa unica proprietaria dei suoi
possedimenti. Lo stesso anno, il matrimonio
con Louis-Amédée de Lur Saluces permette
un ulteriore ampliamento di questi, secondo
una classica strategia nobiliare. Amédée
vive con la famiglia a Parigi e frequenta
spesso la corte reale. Dopo tre anni di
matrimonio, Joséphine passa dalle luci
naturali del Sauternais alle abbaglianti luci di
Versailles. Pur non amando i fasti di corte,
il frequentarla è decisivo per le sorti del suo
vino che diventa noto presso le cerchie che
contano. Dopo qualche mese, la giovane
nobildonna torna a Yquem dove nascono i
suoi due figli, Antoine e Marie-Louise Anne
Mathilde.
A vent’anni, Joséphine rimane vedova
e, a capo dell’azienda, viene chiamata a
difendere i suoi terreni negli anni della
Rivoluzione. Il sangue scorre nella Francia
del Terrore, minacciando anche la regione
di Bordeaux. Joséphine viene arrestata più
volte ma, rilasciata, riesce a pagare i debiti
dei familiari. Salva molti ma non riesce a
salvare tutti: il suocero finisce infatti alla
ghigliottina. Davanti alle avversità e ai
numerosi lutti, dal 1799 si dedica anima
e corpo al suo vino. La sorpresa la coglie,
quando si accorge che quello rimasto nelle
barrique durante gli anni della Rivoluzione
ha assunto profumi fruttati più intensi. Il
suo talento le fa intuire il ruolo della muffa
nobile nel cambiare il vino e punta su questa
caratteristica e sulle selezioni accurate
dei singoli grappoli per elevarlo a un vino
liquoroso d’eccezione. Da qui in avanti, si
parlerà di Château d’Yquem e non più di un
semplice vino di Sauternes.
Nel frattempo Antoine sceglie una giovinezza
sregolata che culmina nella carriera militare.
Prigioniero in Russia, il primogenito ha
comunque il merito di far conoscere lì il loro
prodotto. Perde infine anche Antoine, e la
triste notizia la porta a riporre tutte le sue
speranze sul nipote Roman Bertrand che
si occuperà dell’impresa familiare fino alla
morte della nonna, nel 1851.