Il Lago Caddo è un’imponente distesa d’acqua
che si estende tra il Texas e la Louisiana. Come
una creatura acquatica la sua sponda occidentale
sembra dimenarsi in un reticolo di paludi, isolotti,
bayous e canali che hanno osservato, accolto,
nascosto, rubato le vite di chi è vissuto su quelle
rive. Una sera d’inverno Levi King, nove anni,
sta navigando da solo sul lago nella piccola barca
del nonno. Ha fatto tardi da un amico e il sole
ormai è tramontato, ma deve tornare a tutti
i costi a casa, a Hopetown, prima che la madre
si accorga della sua assenza. Ma non tornerà,
né quella sera né il giorno dopo.
I suoi genitori sono convinti che sia vivo e non
vogliono arrendersi, ma il tempo passa e secondo
loro la polizia non si sta impegnando nelle
ricerche: il padre di Levi, Bill King, in carcere
per omicidio – ha ucciso un uomo di colore ed
è un membro della Fratellanza Ariana del Texas –
decide di scrivere direttamente al Governatore
dello Stato perché coinvolga i suoi uomini migliori
nel caso. Ad affiancare la polizia locale viene
quindi spedito Darren Mathews, Texas Ranger
di colore che si è distinto per la brillante
risoluzione di un caso poche settimane prima.
Ma a Hopetown non basta un distintivo per
mettere al sicuro un nero: in un clima di odio
e intolleranza, Mathews si dedica all’indagine,
che lo conduce nel passato della cittadina, al cuore
della convivenza forzata tra nativi americani,
schiavi liberati (o fuggiti) e la minoranza bianca
che continua a dettare legge e si sente ancor più
legittimata dal nuovo inquilino della Casa Bianca.
Una scrittura vivida e una trama serratissima per
parlare di diritti e di giustizia in un romanzo che
conferma Attica Locke come un’interprete
del presente.