Ringo cresce nella Barcellona del secondo
dopoguerra: il regime franchista è ovunque
e scruta vigile ogni città, ogni via, ogni vita.
Per sfuggire a una realtà difficile da capire
e da accettare Ringo si rifugia nelle storie:
le legge avido nei giornaletti prima e nei libri
poi, le guarda rapito al cinema e le racconta
agli amici che di volta in volta diventano
Wild Bill Hickok o Winnetow. Come molti
altri ragazzi della sua età inizia presto a lavorare
e i giorni sembrano destinati a susseguirsi
identici per sempre finché due eventi inaspettati
mescolano le carte. Mentre sta lavorando a una
laminatrice Ringo perde un dito ed è costretto
a passare lunghi giorni senza far nulla.
Li trascorre nell’osteria della signora Paquita,
da dove osserva vicini e passanti alle prese
con le loro faccende quotidiane, almeno
fino a quando la via di fronte al locale viene
monopolizzata dalla Signora Mir, chinesiologa
e chiromassaggiatrice, che minaccia
di uccidersi su un binario morto del tram.
Che cosa l’ha condotta fin lì? Forse l’amore?
Quando i sogni e la realtà collidono e Ringo
da semplice spettatore diventa attore in una
vicenda più grande di lui, il ragazzo che
raccontava le storie comincia a scriverle
ed è con la sua scrittura che illumina la triste
calligrafia di un’intera generazione che con
i suoi sogni ha riempito i cinema di periferia
e le strade grigie di una città dove il futuro
sembrava irraggiungibile.