“Non è una cattiva persona, solo che ogni tanto
non è brava a essere una persona.” Julia sa da
sempre che qualcosa dentro di lei non funziona
come dovrebbe, o come gli altri si aspettano: le
ragioni stanno in parte nell’infanzia con Anita, la
madre dura e distratta che l’ha avuta giovanissima;
poi sono venute le scelte dettate dall’impulso e
dal dispetto, i vent’anni navigati senza una rotta,
tra mille lavori casuali e legami altrettanto casuali.
Infine Julia ha incontrato Mark, il solido, sereno,
affidabile Mark, che l’ha amata tutta, così
com’era. Ha avuto Ben, e ha cominciato subito
a chiedersi cos’era quell’amore smisurato
e incomprensibile, così forte da farle perdere
l’equilibrio, per un essere minuscolo, e la voglia di
scivolar via qualche volta è stata più forte di tutto.
E poi è successo qualcosa. Qualcosa che le torna
alla memoria, vivido come se fosse ieri, quando
facendo la spesa per la festa dei sessant’anni di
Mark incontra Helen Russo. Helen, la bella
signora ricca, elegante, stravagante ma solida
che anni prima l’ha accolta nella sua grande casa
e le ha fatto posto nella sua vita. Julia si è come
innamorata di lei, dell’isola di pace che
rappresentava nella sua vita dominata
dall’incertezza e dalla placida tirannia di Ben.
E ha corso un rischio enorme.
La Julia di oggi sembra avere tutto, proprio come
Helen anni prima: una bella casa nei sobborghi,
un marito che la adora, due figli – dopo Ben, che
ora è un giovane uomo, è arrivata Alma, con i suoi
alti e bassi da adolescente assertiva. Eppure,
eppure. La memoria chiama, impone il confronto
a lungo rimandato con Mark, con la madre, con
i figli, ma prima di tutto con se stessa. E ancora
una volta Julia correrà rischi, perché è così che
si fa quando si vuole essere vivi.
Dopo il brillante esordio con Mai stati così felici
Claire Lombardo si conferma narratrice della
famiglia e dell’anima; e racconta con una prosa
precisa e illuminata una galleria di personaggi
straordinari perché ordinari, colti nei loro slanci
e nei difetti, nelle manie e nelle follie, nelle
contraddizioni che tutti conosciamo quando
ci misuriamo con “quell’enorme dramma senza
fine che sono gli altri”.