Il Filebo rappresenta l’ultima e la maggior opera etica di Platone.
Tuttavia, rientra a pieno diritto anche nel novero dei dialoghi dialettici.
Tre sono i temi che si intrecciano lungo il dialogo tra Protarco e Socrate:
le domanda su quale sia la “vita buona” per l’uomo; la questione
teoretica centrale del Bene e della sua natura; e, infine, il tema
della vita divina e l’uomo. Ma il vero argomento trattato dal Filebo
è il “piacere”. Attraverso una lunga e dettagliata analisi dei vari tipi
di piaceri, a partire dalla prima e fondamentale distinzione tra
piaceri corporei e piaceri spirituali, Platone giunge da una parte
a condannare la concezione edonista della vita che identifica
senza mezzi termini il piacere sensibile con il Bene arrivando
a conclusioni assurde; dall’altra, però, non respinge tutti i piaceri
in blocco. L’uomo, infatti, non è un sasso: è necessario, perciò,
condurre una vita temperante che consenta di dedicarsi a quelle
conoscenze che garantiscono maggiori e più elevati piaceri,
tanto più che non vi può essere conoscenza senza godimento
del conoscere. Tutto è misto: ma i misti buoni sono soltanto
quelli “misurati”. Quest’edizione è curata da Maurizio Migliori,
autore di una delle più cospicue monografie su questo dialogo
(L’uomo fra piacere, intelligenza e bene, Vita e pensiero, Milano
1993) ed esperto internazionale dei dialoghi dialettici di Platone.
La sua introduzione è una guida sintetica e precisa al dialogo.
Le note al testo sono brevi ed essenziali e rispondono all’esigenza
di chiarire i passi e i concetti più controversi e difficili. Le parole-chiave
permettono di entrare in profondità ma con immediatezza nel nucleo
dello scritto. La bibliografia raccoglie gli studi più importanti
sul Filebo degli ultimi cinquant’anni. Il testo greco a fronte è quello
dell’edizione critica oggi di riferimento (J. Burnet, Platonis Opera,
“Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis”), di cui conserva
struttura di riga e numerazione.