Cos’hanno in comune le ragazze da marito di oggi
e quelle di ieri? Non poco: la “donna di una volta”
è una mitologia attualissima, e il beau mariage
un sogno riportato in voga dalla crisi. Tanto vale
allora studiarne le regole alla fonte: una collezione
di manuali per signorine e signore pubblicati
fra l’Unità d’Italia e il Sessantotto.
Non ci sarebbe poi molto da ridere, in quei manuali
che nel corso della modernità hanno cercato
di codificare la figura di una ragazza ideale: timorata
delle tradizioni, ben disposta alla repressione
dei propri istinti e tesa alla soddisfazione dell’unico
desiderio che le è concesso – un buon matrimonio.
Quando però gli stessi manuali arrivano a configurare
le civetterie di una “bellissima donna dell’età della
pietra” si intuisce che per renderli un deposito
fossile a grande potenziale umoristico basta farne
una lettura contemporanea: fresca, pratica, colta,
critica ma affettuosa. È la lettura che Irene Soave
ha dato a questi testi: lei è la Lettrice Modello che
da Monsignor della Casa a Donna Letizia queste
pagine hanno atteso per decenni, se non secoli.
Una ragazza arrivata al mondo quando ognuna
delle norme tradizionali era già stata trasgredita
e molte erano anzi rientrate in vigore più o meno
tacitamente; e una ragazza che usa il suo sense
of humour per comparare la passata normativa
all’almeno apparente deregulation attuale.
Matrimonio, verginità, reputazione, prostituzione,
dignità, libertà, lavoro, sesso e piacere: questioni
colossali che la briosa scrittura di Irene Soave
attraversa senza banalità, snocciolando i dilemmi
della sua amletica leggera. Non: essere o non
essere; ma: esserci o farci? Cercarlo o non cercarlo
(il marito)? Visitare i luoghi comuni vecchi e nuovi
per scegliere quali rifuggire e quali invece adottare
e adattare, per farli propri. Le ragazze da marito
esistono ancora. E i ragazzi da moglie?
Stefano Bartezzaghi