“I demoni è una delle quattro o cinque opere che considero una spanna sopra le altre. È più di un semplice libro, posso dire di essermene nutrito e su questo di essermi formato. La stesura di questo adattamento mi ha portato via vent’anni. La causa non è stata solo la levatura drammatica dei personaggi, ma soprattutto la loro condotta, la loro esplosione e la loro andatura rapida e sconcertante. Dostoevskij, d’altronde, utilizza nei suoi romanzi una tecnica teatrale: procede per dialoghi, con poche descrizioni su ambientazione e movimenti. Così, l’uomo di teatro, che sia l’autore o l’attore, si ritrova già nell’opera le linee guida di cui necessita. (...) I personaggi di Dostoevskij, sappiamo bene, non sono né strani né assurdi. Ci assomigliano, hanno i nostri stessi sentimenti. I demoni è un romanzo profetico non solo perché annuncia il nostro nichilismo, ma anche perché mette in scena anime dilaniate o morenti, incapaci d’amare e sofferenti di non poterlo fare, che vogliono e non possono credere, che sono le stesse che popolano oggi la nostra società e il nostro universo spirituale. (...) Non è, quindi, solo un capolavoro della letteratura da me trasposto sulla scena, ma è soprattutto un’opera contemporanea”. Albert Camus