Teo è un bambino intelligente, bello, dalla personalità
spiccata, bravissimo a scuola. Tutto
sembra procedere nel più luminoso dei modi
fino a che, con il passaggio alle scuole medie,
qualcosa sembra spezzarsi e Teo entra in una
crisi profonda, incomprensibile.
Quando i genitori, spiazzati da quella che sembra
essere una precoce adolescenza, chiedono
aiuto, gli specialisti sono unanimi nel loro
verdetto: semplicemente, Teo è dislessico. Da
sempre. Fino a 12 anni è riuscito a nasconderlo
utilizzando tutte le “strategie compensative” a
disposizione della sua mente vivace; adesso – di
fronte alla crescente complessità dello studio e
delle sue grandi ambizioni – non riesce più a
farlo, e la sensazione di inadeguatezza covata a
lungo genera un panico cupo, distruttivo.
Inizia per lui, per i genitori, per sua sorella
Ludovica, per la famiglia intera un viaggio.
Innanzitutto nel proprio stesso passato, per
leggere a ritroso i segni di un “problema” che
forse non riguarda solo Teo, ma che in lui per
la prima volta si esprime con la perentorietà
di un’urgenza. E poi fuori, nel mondo degli
psicologi, dei neurologi, della scuola: che è la
prima linea, il confine cruciale dove una difficoltà
individuale può imboccare la via buia
del disagio o trasformarsi in una straordinaria
risorsa per tutti.
Con il lume incerto che ogni madre regge tra
le mani, sempre a rischio di oscurarsi quando
il vento del cuore soffia troppo forte ma ancor
più capace di ravvivarsi miracolosamente per generare luce e speranza, Francesca Magni
racconta l’avventura di una famiglia e al tempo
stesso, con sapienza e tenacia, traccia una
mappa preziosissima per tutti noi: per non perderci,
per non permettere che i nostri ragazzi
si perdano per strada, per scoprire nuove insospettabili
meraviglie della mente umana.
Perché è dimostrato che i dislessici usano il
cervello in modo diverso, e questo li porta a un
pensiero laterale e a speciali capacità creative e
di analisi e sintesi. I dislessici possono indurci
a guardare alle neurovarietà umane con occhi
nuovi. E possono contribuire a cambiare la
scuola, rendendola migliore per tutti.