La biografia, originale e sorprendente, dell’inventore
della critica gastronomica, opera di
uno storico, Ned Rival, autore di diversi saggi
enogastronomici.
Di facoltose origini ma costantemente critico
rispetto alla famiglia e alla classe sociale
di appartenenza, Grimod de la Reynière ha
attraversato una fase cruciale della storia
europea, quella segnata dai grandi sconvolgimenti
economici, sociali e politici che
hanno portato alla Rivoluzione francese.
Intellettuale e critico teatrale, Grimod ha
conosciuto grande notorietà già ai suoi tempi.
Figlio di un appaltatore delle imposte
parigino, ereditò dal padre, oltre a un formidabile
appetito, una colossale fortuna,
che gli permise di coltivare la sua passione
per la tavola senza restrizioni e per tutta la
vita. Di bassa statura e di spirito pungente,
nel 1786 fu radiato dall’ordine degli avvocati
per un libello antinobiliare: ciò che gli consentì
di passare indenne per la tempesta rivoluzionaria.
Quotidiano frequentatore dei
numerosi ristoranti sorti a Parigi dopo la
rivoluzione – il primo modello di ristorazione
moderna – ne curò una sorta di vademecum
annuale, l’Almanach des Gourmands,
che pubblicò dal 1803 al 1812 e che è unanimemente
ritenuta l’opera che rappresenta
l’atto fondativo del giornalismo enogastronomico.
Nel 1808 diede alle stampe il Manuel des
Amphytrions, un curioso trattato sulle buone
maniere a tavola, di grande successo.
La sua vicenda esistenziale, provocatoria e
ribelle, si fa leggere come un romanzo, ricca
com’è di vicende quasi surreali, di sorprese,
di annotazioni sociali. La storia di una vita
al di fuori degli schemi, capace di offrire,
nel bel racconto dell’autore, lo spaccato di
un’epoca e una pagina della grande storia
della modernità.