Germania, 1438. Il Sacro Romano Impero è una
terra desolata, devastata da guerre, pestilenze e carestie,
terrorizzata dalle profezie dell’apocalisse e
della fine dei tempi.
Nell’oasi di pace di un monastero, due orfani dal
passato misterioso conducono una vita lontano
dal clamore del mondo. La visionaria Hilde non sa
né leggere né scrivere, ma è in grado di tradurre le
sue immagini in splendide miniature di codici manoscritti.
Adam, chiuso in se stesso e incapace di
parlare, sa invece copiare libri interi semplicemente
imparandoli a memoria.
Ma la loro esistenza è improvvisamente sconvolta
dall’irrompere della Storia. Inquisitori che vedono
ovunque i segni del Male, eretici che si flagellano
a sangue, monaci esaltati, feroci guerrieri, e strani
avventurieri che vengono dall’Italia, girando per
l’Europa in cerca di manoscritti sepolti in vecchie
biblioteche. Cacciatori di libri, li chiamano. Uomini
che sognano di far rinascere le voci perdute degli
antichi, di diffondere la conoscenza, la luce, la
verità, senza limiti o barriere. In questo scenario i
loro destini si intrecciano con il lavoro di un nobile
decaduto, un certo Johann Gensefleisch zur Laden,
che tutti chiamano Gutenberg e che fantastica di
cambiare il mondo con la sua “scrittura artificiale”:
una macchina per moltiplicare i libri, le parole,
i pensieri, le storie dell’umanità. Un miracolo, un
dono di Dio, forse. Ma anche l’inizio della battaglia
contro chi vede nell’invenzione nient’altro che
l’opera
perversa del demonio.
Dopo Il sorriso di Caterina, esordio narrativo diventato
un caso editoriale internazionale, Carlo
Vecce torna con un romanzo storico sull’avvento
del mondo moderno e della civiltà che ha fatto del
libro la sua pietra miliare. Un racconto trascinante,
a tratti visionario, che mette in scena le passioni
e le paure che si agitano nel cuore degli uomini
alle soglie di una svolta tecnologica fatale. Come
per noi oggi,