Mediterraneo Orientale, 1558. Sulla galea che lo
conduce a Istanbul, lo schiavo Melchiorre Guilandino
entra nelle grazie del potente ammiraglio
Uluch Alì guarendolo dalla tigna, impresa in cui
nessun luminare era mai riuscito. Melchiorre, infatti,
è un brillante medico che i turchi hanno fatto
prigioniero mentre era in cerca di erbe curative per
la sua preziosa collezione. Giunto nella capitale, in
virtù delle sue competenze evita la prigionia e viene
condotto alla corte del più grande sovrano dell’epoca,
Solimano il Magnifico, che lo destina a una
sorte ancora più atroce: provvedere all’evirazione
degli eunuchi per l’harem imperiale. Melchiorre,
ribelle e idealista, non può né vuole piegare la sua
arte medica a un compito così terribile, e chiede a
Uluch Alì di aiutarlo a fuggire a Padova dalla persona
che ama, il collega Gabriele Falloppio. Lo spietato
e astuto ammiraglio, però, esige in cambio un
prezzo altissimo: Melchiorre dovrà giacere in gran
segreto con la figlia di Alì, Mariam, e farle concepire
un bambino che lei possa poi spacciare per il
figlio dell’anziano marito. Il rischio dell’impresa
è enorme, Melchiorre non vuole tradire Falloppio
ma è costretto a mettersi in gioco per riprendere in
mano le redini della sua vita. In questo turbinio di
eventi si intrecciano le vicende, le passioni e i destini
del serraglio.
Sullo sfondo di una Istanbul magnifica e crudele,
Francesca Thellung di Courtelary dà vita a una
storia d’amore e morte che sorprende, appassiona
e coinvolge fino all’ultima riga.