Giovane e determinata, Sabina, commissario
di polizia a Roma, si trova a destreggiarsi tra
la tormentata passione per un PM sposato e
un caso di omicidio-suicidio tra coniugi che
non sembra rivelare troppe sorprese. Finché
i sospetti non ricadono su un uomo con cui
entrambe le vittime hanno avuto contatti il
giorno della morte: il misterioso Nardo Baggio,
operatore Shiatsu. Profondamente colpita
da questa figura ambigua e magnetica, Sabina
scoprirà di lì a poco la sua reale attività: dare
supporto alle vittime di stalking, soprattutto
coloro che le istituzioni non riescono a tutelare.
La poliziotta non si aspetta certo di dover
ricorrere lei stessa al suo aiuto: nel frattempo
qualcuno ha iniziato a perseguitarla, in maniera
subdola e cruenta. Che si tratti del PM
con cui ha chiuso bruscamente la relazione?
Rimossa dal suo incarico, Sabina diventa ben
presto complice e amica di Nardo, arrivando ad
affiancarlo nella sua attività. Così toccherà con
mano la scaltrezza con cui l’uomo, basandosi
su studi antropologici, domina la mente di vittime
e carnefici, con metodi tutt’altro che convenzionali
in grado di assicurare un’efficacia
che un poliziotto, imbrigliato nelle disfunzioni
del sistema, non può nemmeno sognare. Ma è
giusto fidarsi di questo predatore di anime?
Sabina rappresenta la legge, Nardo la vìola,
sistematicamente, in nome della giustizia. Sabina
si fa guidare dai sentimenti, Nardo invece
non crede alle passioni né all’amore, spiega
tutto alla luce di istinti millenari che ancora ci
legano ai comportamenti delle scimmie, degli
umanoidi che siamo stati e che, secondo lui,
ancora, in gran parte, siamo. Che cosa siamo noi veramente? Creature che uccidono per passione
o scimmie nude schiave di un determinismo
cieco? In un finale che lascia senza fiato,
la poliziotta sarà obbligata a decidere definitivamente
da che parte schierarsi.