Berlino, 1948. Dopo la fine della guerra e la
divisione della città in quattro settori da parte
degli Alleati, il Waldfriede si è ritrovato nella
parte americana. Nemmeno l’ospedale è stato
risparmiato dai bombardamenti e, nonostante
i problemi di approvvigionamento, è ancora
operativo contribuendo a salvare le vite
di molte persone. Come quella di Christina,
una giovane originaria della Slesia che, arrivata
per miracolo con un convoglio, ferita e
traumatizzata, è stata accolta come una figlia
dall’infermiera Hanna Rinder.
Adesso ha diciotto anni e può finalmente cominciare
il corso di formazione per diventare
ostetrica, ha una stanza tutta per sé, una nuova
amica, e ha persino conosciuto un ragazzo.
Ma le conseguenze della guerra non sono
ancora finite e, mentre lei cerca di superare le
sue paure e sogna un futuro con Peter, accade
l’impensabile: i settori occidentali di Berlino
vengono isolati per ordine dell’Unione Sovietica,
tutte le vie di accesso sono interdette, il
blocco impedisce l’accesso ai rifornimenti e
ci sono continui blackout. Cosa fare ora che
della sua amica Selma non ci sono più notizie
e Peter vuole partire per diventare un pilota?
Perché tutte le persone che ama spariscono
dalla sua vita?
Solo Hanna resta sempre al suo fianco. L’infermiera
che nell’arco di trentasei anni ha
raccontato le appassionanti cronache di uno
degli ospedali più antichi di Berlino e dei suoi
indimenticabili personaggi.