“Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Sono queste le parole pronunciate da Gesù nel Vangelo di Matteo, un invito agli uomini, semplici e gravati da una vita difficile, a seguirlo e trovare ristoro e pace in lui, ma soprattutto a professare anche loro la mitezza, un simbolo di forza, rifiuto della violenza e amore incondizionato al servizio degli altri. Gesù salì sul monte per donare una nuova legge: quella delle beatitudini. È partendo dalla forza della mitezza, una delle beatitudini di Cristo, che Luigi Maria Epicoco ci accompagna tra le pagine del Vangelo di Matteo, in un viaggio che nasce dal desiderio di offrire una chiave di lettura dell’animo umano e della realtà, e dal voler creare connessioni tra gli uomini, superando le differenze di credo e cultura. Attraverso il tentativo primordiale dell’evangelista, Epicoco mostra la divinità della mitezza e dell’umanità di Cristo, attributi fondamentali per affrontare la vita tra problemi e contraddizioni. Un passo alla volta, il lettore impara a rileggere la propria esistenza, i grandi interrogativi umani, in una dimensione spirituale che accomuna credenti e non credenti.