C’è un pregiudizio radicato nella cultura civile
delle democrazie, ed è che l’educazione alla
legalità consista nell’indicare una serie ordinata
di norme e possibilmente avere una buona
conoscenza della Costituzione del proprio paese.
Decenni di insegnamento universitario, nelle
scuole e nei movimenti civili hanno convinto
invece Nando dalla Chiesa che l’educazione alla
legalità è un processo mai uguale che si nutre
di suggestioni, valori, letture, esempi, viaggi
e sentimenti. È da tale processo che sgorgano
le disposizioni mentali e d’animo che portano
verso una legalità solida, diffusa, condivisa.
Nasce così questo libro nel quale il lettore
incontrerà figure sorprendenti, a volte
apparentemente distanti tra loro e spesso
“disobbedienti”: da Pasolini a Erri De Luca, da
Calvino a Primo Levi, da Basaglia a don Milani,
a Gramsci, a Danilo Dolci, e poi indietro fino a
Leopardi e a Pericle. Guidandoci con la sua voce
calda e partecipe attraverso la molteplicità di
questi punti di riferimento, Nando dalla Chiesa
ci conduce a un traguardo in continuo movimento,
e alla consapevolezza che, proprio per la natura
della società (specialmente quella italiana),
l’educazione alla legalità, più che obbedienza,
richiede capacità di sostenere ed esercitare il
conflitto in modo coraggioso, aperto e costruttivo.