Completamente contro la sua volontà, ma per
espresso desiderio della moglie Margot, Helmut
è finito con lei in una casa di riposo. Quattro
pasti al giorno e il servizio lavanderia non
bastano però a compensare le attività di gruppo
obbligatorie e i regolari appelli, che gli ricordano
più una prigione che una “ridente residenza”
– come la definisce Margot.
La monotonia di quella vita è a dir poco… noiosa!
Anche gli anziani vicini di tavolo e il personale,
fastidiosamente cordiale, gli danno sui
nervi. Per non parlare di Hannelore, la zitella
che pensa solo a organizzarsi il funerale ed è diventata
l’inseparabile compagna di sua moglie.
E così, le giornate trascorrono tra lunghe partite
a scacchi con il defunto Herbert e assurde
sedute spiritiche. Il momento clou sono i pasti,
non per il cibo dello chef ungherese, ma per
Selma, l’aiuto cuoca: una ventenne, magra e
piena di tatuaggi, che è la sua unica vera amica
lì dentro… Almeno fino a quando la ragazza
viene ritrovata morta in cucina: uccisa con un
forchettone da carne.
Finalmente un po’ di adrenalina e Helmut,
commissario in pensione, può tornare a dare il
meglio di sé… deve risolvere il suo venticinquesimo
caso!
Anche una casa di riposo può essere cosy e
soprattutto luogo di un crime: esilarante, divertente,
unico come il suo memorabile protagonista.