''Venni al mondo nel 1940 in un harem di Fez, città marocchina...''. Così Fatema Mernissi, una della voci femminili più eloquenti del mondo musulmano, apre quest'intensa memoria d'infanzia. L'harem dove la piccola Fatema cresce è molto diverso dai favolosi serragli dei sultani: è piuttosto un'ampia, splendida casa ricca di cortili fioriti e fontane, di stanze ovattate da tendaggi e tappeti, dove convivono le famiglie di due fratelli insieme a molte donne con loro imparentate e ai servitori. Tuttavia, resta un luogo in cui le donne sono sottomesse a precise regole imposte dagli uomini, prima fra tutte quella di non varcare i sacri confini delle mura domestiche. Il contrasto fra tradizione e modernizzazione che sovverte la società marocchina in quegli anni è ben presente nella narrazione di Fatema, dove la vita privata e quella pubblica s'intrecciano costantemente e felicemente: ne è nato un libro seducente e provocatorio, delicato e drammatico al tempo stesso, che fa giustizia degli stereotipi negativi così come delle visioni idealizzanti dell'harem e ci coinvolge in una dimensione affascinante, in cui il desiderio di una piena libertà femminile si mescola all'orgogliosa difesa della propria cultura d'origine. Titolo originale: ''Dreams of Trespass: Tales of a Harem Girlhood'' (1994).