Sabato, domenica, lunedì. Tre giorni come tanti.
Tre giorni come tanti per il professor Federico de Alessandri, chirurgo famoso
e stimato professionista. Tre giorni come tanti per il giovane Claudio
Improta, giovane assistente del professore, alla ricerca del proprio posto in
sala operatoria e nella vita. Tre giorni come tanti anche per il dottor Ettore
Rossi, medico anestesista esperto, solitario, disincantato. E per Stefania Aloisio,
infermiera strumentista, dall’esistenza complicata e sentimentalmente
difficile. Tre giorni diversi, invece, per Sergio, titolare delle Macellerie Gandini
e instancabile lavoratore, mai un giorno di malattia. Quel lunedì, però,
lo aspetta una delicata operazione: l’occasionale riscontro di un aneurisma
dell’aorta ascendente lo ha improvvisamente confinato nel mondo dei malati,
e di quelli gravi. Se non si opera, l’aneurisma può rompersi da un momento
all’altro, e si è spacciati.
Federico, Claudio, Ettore, Stefania, saranno l’équipe chirurgica destinata a
Sergio. Tutti e quattro, durante l’intervento, si troveranno a lottare strenuamente
per la salvezza del malato e insieme, con le loro storie diverse, con i
loro sogni, speranze, insicurezze e problemi diverranno una sola cosa per la
sopravvivenza del paziente, contro la paura, contro un destino avverso. Ma il
destino decide per sé e il futuro non è prevedibile. Così come quella mattina
le loro cinque vite convergeranno al tavolo operatorio, cinque fili stretti gli
uni agli altri in un unico nodo di sutura, così torneranno a separarsi, ognuno a
seguire la propria sorte. Perché, in fondo, il proprio percorso lo si compie, se
non per brevi tratti, da soli.
Marco Venturino, con la sua scrittura carica di umanità, precisa e chirurgica,
vero e proprio bisturi per anime, ci consegna il ritratto di cinque persone ai
ferri corti con la propria esistenza. Ci parla di medicina, gioia, dolore, angoscia,
ambizione, luci e ombre del sistema sanitario. E ci ricorda che la vita – e
la morte, sua sorella efferata e tanto, troppo negata – colpisce sempre così,
all’improvviso.
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