Non c’è vergogna né paura del giudizio altrui,
e neanche la minima finzione, nella tenace e
insieme delicatissima testimonianza di Agnese,
mamma di Pietro ed Elia, che con il marito
e i propri cari, nel 2017, ha affrontato la verità
di una diagnosi che ha cambiato per sempre
la vita dell’intera famiglia.
Attraverso le sue parole, che nelle lettere rivolte
al figlio diventano petali di poesia, possiamo
capire quel dolore profondissimo che a
tratti la assale, toccare con mano i suoi timori,
ragionare sugli ostacoli e i limiti, trovare con
lei non una, ma molteplici soluzioni e alternative
ai problemi grandi e piccoli della quotidianità
di Pietro. Però Agnese ci regala anche
una storia costellata di tantissimi attimi
di vera gioia, in cui spiragli di luce dileguano
il buio nel quale lo spettro autistico a volte
sembra chiamarla a sé. Grazie a una scrittura
potente e sottile, l’autrice esprime la vasta
gamma di sfumature che colorano la sua vita
insieme a Pietro e riesce a rappresentare in
modo mai banale il sentimento di amore che
nutre la sua lotta quotidiana per dare al figlio
tutto ciò che le è possibile, infondendo così a
ogni famiglia – non solo a quelle che affrontano
situazioni simili alla sua – un coraggio che
non ha nulla di eccezionale perché conosce
le sconfitte, ma non si fa annullare, anzi, in
queste trova sempre nuova forza.