Tradotta integralmente in italiano per la prima
volta e mai pubblicata finora in nessun Paese
col testo originale a fronte, L’anatomia della
malinconia (1621-1651) di Robert Burton è la
più grande “enciclopedia” dedicata alla «malattia
dell’anima». Per natura proteiforme (può essere
eccitante o patologica, dolce o amara, religiosa
o erotica, feconda o sterile), sarebbe un errore
identificare la malinconia con la tristezza o con
ciò che oggi chiamiamo “depressione”. Capace
di evocare la vasta gamma dei nostri sentimenti,
essa si fonda su un paradosso che ha affascinato
molti autori del Rinascimento: lo stesso malessere
che rende l’uomo simile alle bestie può rivelarsi
anche il contrassegno di un essere geniale
e creativo. L’anatomia della malinconia è un
trattato medico, ma è anche un testo filosofico,
una sorta di antologia della poesia europea,
un compendio di flora e di fauna, un atlante
geografico, uno studio dei fenomeni naturali,
un erbario, un ricettario, una sinossi di storia
antica e moderna, una riflessione sull’astrologia
e sull’astronomia, un resoconto sulla malattia
d’amore, un libello satirico, una critica politica
e religiosa, un’utopia. Questo volume, oltre
all’eccellente traduzione di Luca Manini e
all’edizione critica di Oxford University Press,
offre ricchi apparati (introduzioni, note, indici
e un dizionario biografico redatti da specialisti)
oggi indispensabili per orientarsi nel labirinto
della monumentale opera di Robert Burton.