La Meteorologia è una delle poche opere di Aristotele delle quali
è l’autore stesso a darci il titolo fin dall’introduzione. Ma i temi
trattati sono molto differenti e più vasti rispetto alla disciplina
che oggi indichiamo con lo stesso termine. Troviamo infatti
lo studio dei terremoti, delle comete, delle inondazioni, della
Via Lattea, delle mutazioni geologiche, dell’arcobaleno; non solo
quindi delle piogge, dei venti e dei mutamenti climatici.
L’ampiezza dei fenomeni indagati in quest’opera spiega la sua
grande diffusione nelle epoche successive, superiore anche
al Timeo di Platone; ancora in età moderna autori come Cartesio
e Telesio si rapportano alla Meteorologia. Il quarto libro poi è
il trattato di riferimento per l’intera storia dell’alchimia occidentale
e araba fino agli esiti della chimica moderna. Questa edizione
integrale dell’opera è l’unica presente in traduzione italiana.
Lucio Pepe insegna Storia del pensiero scientifico antico e
medievale presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli.
I suoi studi sono rivolti ai pensatori fisici antichi, come Democrito,
Anassagora e Aristotele. Il testo greco a fronte si basa su quello
edito da F.H. Fobes (Cambridge, 1919), riproposto da H.D.P.
Lee (Harvard University Press, 1952).