Nella tarda estate del 2010 Firenze è una città
immobile, sonnolenta, da camera con vista,
che detesta le novità e ogni invito al cambiamento.
Eppure nel suo ventre si agitano forze inquietanti
e oscure: nell’interrato di un palazzo del centro
storico, sede della casa di moda Dombey & Son,
fa la sua apparizione uno strano reperto.
La segretaria generale Loredana Fallai decide
di farlo valutare a Oreste Marcucci, storico
dell’arte e suo ex amante, che riconosce le tavole
progettate dal Brunelleschi per studiare
la prospettiva, un oggetto della cui esistenza
ormai tutti dubitavano. L’indomani Fallai viene
trovata uccisa con un colpo di pistola alla tempia,
le tavole scompaiono e di Marcucci si perdono
le tracce. Quindici anni dopo il mistero non
è stato svelato. Ma quando viene lanciato un
concorso per il completamento della facciata
di San Lorenzo, un evento che chiama in città
le più grandi archistar del mondo, la sequenza
di omicidi e misteri si riavvia. La prima delle nuove
vittime è Paolo del Chierico, ex amministratore
delegato della casa di moda. Sua sorella Lucia
e la fidanzata Giulia Landi, assieme a Maria
Giovanna, la figlia di Fallai, indagano per mettere
ordine in una vicenda apparentemente priva
di senso e dare pace a chi non c’è più.
Non è la prima volta che Luca Doninelli medita
sul destino della città italiana per eccellenza:
Firenze. Questa volta lo fa attraverso un romanzo
in cui la realtà sfugge di continuo alla
comprensione, i moventi vengono da lontano e il
Male ha la forma del retropensiero, del brusio di
fondo, dell’agitazione senza nome. E dove i morti
possono essere gli assassini più pericolosi di tutti.