Glasgow, 1973. Tre indagini, una costellazione
di storie in una città povera e deindustrializzata,
violenta e nera più delle acque del fiume Clyde.
Al centro l’ispettore Harry McCoy, trent’anni
e una tendenza alla trasgressione che lo rende
simile alle persone a cui dà la caccia. Nei primi
giorni di gennaio un detenuto gli rivela che una
ragazza sta per essere uccisa, e forse lui può
salvarla. Ma non arriva in tempo. L’indagine
si cala così nel mondo dell’intrattenimento
sessuale dove con i soldi si possono comprare
l’anima e il corpo di chiunque.
Al gennaio di sangue seguirà un febbraio
altrettanto teso e disperato: un serial killer,
ossessionato dalla figlia di un gangster locale,
ha ucciso brutalmente il fidanzato della ragazza.
In città sono sbarcate nuove droghe con la loro
scia di morte, e il passato di McCoy, rimbalzato
da un ritaglio di giornale, si riaffaccia a tormentarlo
con ricordi terribili che si pensavano sopiti.
La primavera sembra non portare tregua
e nel terzo caso Bobby March, rockstar in declino,
viene trovato morto in una camera d’albergo,
la siringa nel braccio. E due ragazze sono
scomparse nel nulla. Le indagini si rivelano
più complicate del previsto, per Harry McCoy
inizia una lotta contro il tempo.
Alan Parks avvince con una narrazione potente,
ruvida e nera; il suo ispettore McCoy,
pericolosamente in bilico tra morale e immorale,
ci trascina una dimensione dove i fatti spesso
si confondono con le opinioni rendendo labile
il confine tra colpevoli e innocenti.