In questo secondo volume delle Opere Svetlana
Aleksievič ci narra la crisi epocale sofferta dai
popoli dell’area culturale e linguistica russofona,
nello spazio, addirittura “cosmico”, della catastrofe
di Černobyl’, nonché in quel problematico spazio
e tempo che la scrittrice ha caratterizzato come
“di seconda mano”: l’ex URSS alle prese con nuovi
difficili assetti sociopolitici interni e internazionali.
È alle centinaia di racconti che la sensibile penna
di Svetlana è riuscita a tramandarci che è affidata
la testimonianza corale di una situazione
che ha determinato eventi destinati a durare
e a coinvolgere il mondo intero. In essi si riflettono
le speranze alimentate e tradite nell’auspicata
evoluzione della fallita Russia sovietica a una vita
più decente; i guasti di un “capitalismo primitivo”,
con arricchimenti spropositati di pochi
e l’immiserimento di molti, non temperato
da riforme sociali rimaste nel limbo delle buone
intenzioni; il ristagno di un’economia ferma allo
sfruttamento delle risorse naturali. A tutto questo
fa riscontro la manifesta incapacità di chi governa,
se non con la prevaricazione e la corruzione
e, per converso, sogni di grandezza imperiale fuori
dal tempo, pur di aggirare la desolante realtà
delle macerie morali e materiali di un passato
che sembra non voler passare mai.