Composti verso la fine del II secolo dopo Cristo, gli Oracoli Caldaici
sono attribuiti a Giuliano il Teurgo, figlio dell’altro Giuliano che, secondo
Suidas, compose un’opera sui demoni. Poeta e sciamano dei misteri
teurgici, in cui la figura del mántis-docheús (il nostro medium) coincide
con quella del profétes, Giuliano comunica in frammenti oscuri
e insieme luminosi, come si addice all’oracolo, un’esperienza visionaria
individuale fiorita nell’ambito di un Erlebnis mistico e sapienziale
collettivo. Gli Oracoli caldaici, che Proclo paragonava per importanza
al Timeo di Platone, sono una raccolta di frammenti in cui un medium
in trance parla con la voce del nume, e ne comunica la Sapienza
che conduce gli umani oltre il velo delle apparenze, fino all’intuizione
dell’Assoluto e al congiungimento con esso. Unica testimonianza diretta
di una tradizione esoterica che associava metafisica e magia
in un accordo inscindibile, gli oracoli consentono di guardare dietro
le quinte di una esperienza mistica e iniziatica di grande densità
immaginale, che viene comunicata in un linguaggio densamente
poetico. È un viaggio verso l’Assoluto che sta alla radice di tutte le cose,
o meglio ancora verso il Divino indicibile che si manifesta attraverso
ipostasi e numi, che prendono nome di Padre, Ecate, Noüs,
e la cui quintessenza brilla nell’animo dei teurghi, eredi della grande
tradizione orfica e platonica, che trascendendo l’ego ordinario
si ricongiungono con la propria natura divina originaria, in un dialogo
serrato con gli dei e le dee del cosmo.
Il volume è curato da Angelo
Tonelli, poeta e regista teatrale, tra i massimi studiosi e traduttori italiani
di classici greci. Per Bompiani ha curato Empedocle, Testimonianze
e frammenti (2002) e l’edizione con testo greco a fronte
di Tutte le tragedie (2011), la summa dei tre tragici greci.