La campagna, le sue stagioni. Un grande clan
familiare: uomini di poche parole, donne
custodi di sapienze e sapori, e un segreto
taciuto per anni. Mille racconti, tra memoria
e magia: la bomba di Zì ’Ntonio, i soldati
tedeschi davanti a Pasqualino neonato la notte
di Natale, le ragazze con le guance arrossate
durante lo svestimento delle pannocchie,
il vitello di Cesarino a cui togliere l’ammidia,
il destino di Celestina e del suo bimbo “sbagliato”.
Roberta Scorranese parte dalle radici
per raccontare il suo Abruzzo e tesse una tela
che unisce passato e presente: perché
il terremoto non cancelli la memoria, perché
nemmeno il futuro è pensabile se non si guarda
indietro. Così assistiamo al miracolo
della Madonna cinquecentesca di terracotta,
perduta, ritrovata, frantumata dal sisma
e poi rinata grazie alla tenacia degli abitanti
di un borgo; conosciamo Peppe e Rosa,
che si giocano tutto ai tavoli verdi; scopriamo
che c’è chi alle ipnotiche serpi di Cocullo
deve la vita; e ci sembra difficile non credere
a san Gabriele, che sa perdonare il “peccato
grosso” finalmente svelato.
Questo libro è una saga familiare narrata
con humour e partecipazione. È un reportage
su una terra fiera, che nonostante tutto conserva
la fiducia nella possibilità dei miracoli. Ma
soprattutto è la lunga lettera d’amore di una
donna che fa ritorno nella terra che ha lasciato
da giovane e, cercando le parole per raccontarla,
ritrova se stessa e il senso profondo dei giorni.