Genere – Un’escursione domenicale nei territori del giallo:
è quanto ha inteso concedersi Gesualdo Bufalino, tornando
in libreria dopo una pausa di felice ma fallita apartheid.
Il risultato è un’opera che corregge volentieri la passione
col ghiribizzo, lo spirito di conseguenza con le fandonie
dell’immaginario. Pagine da usarsi per giocattolo, dunque,
ma dove s’avverte talvolta uno smarrimento. Come quando
si vedono negli specchi d’un lunapark moltiplicarsi e contraddirsi
le maschere della ragione.
Argomento – Conforme ai canoni, salvi gli arbitrii dell’ironia,
il libro racconta un mistero: la morte d’un editore, dovuta non
si sa se a frode o a disgrazia, nella sua casa delle vacanze.
Ne segue un’indagine che chiama in causa tutti gli ospiti
in prima persona. Finché la sua segretaria, una nubile di poche
grazie e di molte virtù, risolve o crede di risolvere il caso.
Intenzioni – Curarsi scrivendo ma, fra i piaceri della scrittura,
scegliendo il più ingenuo: lo stesso di chi riempie lo schema
d’un cruciverba o disegna una freccia sul rovescio d’un
francobollo... Mettere alla prova la compatibilità di certi eccessi
di stile con le ingegnerie dell’intreccio... Intrattenere
i lettori, proponendogli burle e trucchi, personaggi e macchiette
rigorosamente incredibili... Tirare a salve (è stato anche
il consiglio dei medici) su una sagoma fatta a propria immagine
e somiglianza...
* “Bugiardino”, nel gergo dei farmacisti, è il foglietto che accompagna i medicinali.