A Firenze è una fresca mattina di settembre quando
sui sedili posteriori di un pullman di linea viene
ritrovato il cadavere di una donna. È senza borsa e
senza documenti, ha un segno rosso sul collo, non
mostra tracce di sangue. Per la commissaria Valeria
Bardi e il suo vice Belgrandi si tratta di un risveglio
precoce e brusco: una vittima senza nome, un
caso che inizia senza alcun indizio rilevante e, come
se non bastasse, è venerdì ed è molto probabile che
dovranno rinunciare ai loro programmi per il fine
settimana. Grazie all’autopsia però emerge una pista:
un piccolo scapolare raffigurante San Marone cucito
nel reggiseno, con all’interno un bigliettino scritto in
arabo.
La Bardi, alle prese coi capricci della figlia ventenne
e la malattia della madre ormai anziana, si mette subito
al lavoro e finisce per bussare all’Istituto degli
Innocenti in piazza Santissima Annunziata, prima,
alla porta di un affascinante funzionario Unicef e, in
seguito, a quella di una pittrice fiorentina. Entrambi
risultano coinvolti nella straziante guerra civile che
sta colpendo gli abitanti del Qamar, Paese dal quale
proviene la vittima. Ma qual è il vero legame che unisce
tutti questi personaggi?
Valeria tenterà di scovare bugie e verità celate, per
scoprire che in fondo il confine fra buoni e cattivi è,
come sempre, troppo sottile.
La terza indagine della profiler più acuta d’Italia
ci porterà sulla rotta dei migranti, dal deserto
stellato del Medio Oriente a Firenze e Nizza.
Un mondo in cui arte, passione e attrazione
fanno da contraltare a dolore, malattia e violenza.