Il più bel libro mai apparso sul punk californiano, con un linguaggio e un'architettura che fanno rivivere l'originalità e l'energia di quella musica. Quando si parla di punk vengono sempre in mente i Sex Pistols e tutti i ragazzi (ex) inglesi che quarant'anni fa misero a ferro e fuoco la scena londinese e poi europea, con le loro cattive abitudini e i loro cattivi esempi. Ma prima e dopo quel fenomeno scoppiò una simile rivolta anche negli Stati Uniti, prima a New York e poi a Los Angeles, con tratti molto originali e risultati musicali che ancora si ricordano. Questa è la storia di come il punk bruciò in California, terre governate da sempre dagli hippies; e di come i nuovi suoni, più crudi e brutali, cambiarono la scena e l'immaginario dei ragazzi non solo di quei luoghi. Non un saggio paludato ma un vivace racconto orale, a staffetta, che ci riporta agli anni 1977-1985: condotto dai due autori più protagonisti di quell'epoca, da Exene Cervenka a Henry Rollins, da Mike Watt a Dave Alvin - nomi che sono stampigliati a fuoco nella mente e nelle orecchie dei ragazzi, anche italiani, allora teenager e oggi cinquantenni ancora malati di rock. La prefazione è affidata a Billy Joe Armstrong dei Green Day: ecco una band del nostro tempo arcifamosa che ha tratto spunto da John Doe e dai punk originali di Los Angeles. Titolo originale: ''Under the Big Black Sun. A Personal History of L.A. Punk'' (2016).