Cloris Waldrip ha settantadue anni, è devota
alla sua chiesa e ama profondamente suo marito,
il Signor Waldrip. I due sono in volo per una
vacanza lontano dal loro Texas quando un guasto
fa precipitare il piccolo aereo da turismo su
cui viaggiano, e Cloris è l’unica sopravvissuta:
circondata dalla natura ostile dei Monti Bitterroot
e armata solo di ingenuità e di un feroce
desiderio di sopravvivere, inizia il lento cammino
verso casa.
Poco dopo l’incidente cominciano le ricerche
dei superstiti: a guidarle è la ranger Debra
Lewis, reduce da un divorzio doloroso e con
una grande passione per il Merlot scadente
che porta nel thermos al posto del caffè.
Mentre Cloris vaga per valli e montagne,
vegliata e aiutata dal più improbabile e segreto
angelo custode, la ranger Lewis si lancia
nella missione di salvataggio come ne andasse
della sua vita e segue le tracce dell’anziana
donna – perché le tracce ci sono – insieme
a un variegato gruppo di collaboratori: un altro
ranger che passa le notti a dare la caccia a un
fantasma, un cineoperatore dal cuore spezzato
e un volontario dei soccorsi dalle bizzarre
abitudini. I giorni diventano settimane; Cloris
è sempre più debole, affamata, torturata
dal freddo, Debra sempre più ostinata, anche
quando rimane l’unica a credere che qualcuno
sia sopravvissuto al disastro. E nel folto della
foresta sembra che abbia trovato rifugio
un serial killer. Qualcosa deve succedere.
Drammatico e umoristico, ricco di sfumature,
svolte e sorprese, Tutto il bene che si può
è il romanzo della sorprendente capacità
di adattamento di persone normali in circostanze
straordinarie. Con il loro piccolo eroismo Cloris
e Debra, due personaggi memorabili, ci ricordano
che sopravvivere non basta: per restare umani
ci vogliono compassione e dignità.