Ipocondriaca, ossessiva, maniaca del controllo e sfegatata di telenovelas
brasiliane: del resto che cosa aspettarsi dopo un’infanzia trascorsa in un borgo
hippy, senza tv, con una mamma fissata con la cristalloterapia, un padre
non ben identificato e tanti amici che danzano in giro, spesso senza vestiti? È
comprensibile che a trentacinque anni Agata Trambusti voglia avere il pieno
controllo di ogni aspetto della sua vita e detesti qualsiasi fuoriprogramma.
Inclusa la pioggia, e quella mattina si è messo a piovere sul serio, mentre in
tailleur e chignon Agata varca il cancello di una villa sull’Appia per valutare
alcuni quadri che il proprietario vuole mettere all’asta. Ma la pioggia non è
niente rispetto a quello che la aspetta: in meno di un minuto la sua tranquilla
esistenza si trasforma in un rocambolesco film d’azione, a partire dall’uomo
misterioso – terribilmente somigliante a Christian Bale! – che Agata mette
ko con due abili mosse di krav maga prima di darsela a gambe. Ma che cosa
sta cercando quell’uomo? E perché le sta improvvisamente alle calcagna?
Tra una fuga nei vicoli più sordidi di Barcellona, le minacce di uno strozzino
di quartiere e un losco traffico di falsi d’autore, Agata dovrà per una volta
dar ragione al suo psicologo e lasciarsi risucchiare dal vortice impazzito degli
eventi. E delle emozioni. Perché sarà proprio questa la partita più dura.
Una commedia esilarante e intelligente dove il vero pericolo è quello di imbattersi
nella felicità.