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Recensione "La sovrana lettrice", Alan Bennet

Vi piacciono i libri divertenti e concisi?

Se sì, La sovrana lettrice potrebbe fare per voi!

Protagonista della vicenda è la regina Elisabetta, che alla veneranda età di ottantotto anni scopre il piacere della lettura.

Tutti i libri letti fino a quel punto della sua vita le erano stati imposti, erano letture obbligate. Ma da quando prende in prestito il primo libro da una biblioteca ambulante, la sua esistenza si trasforma per sempre: la regina diventa ufficialmente una lettrice accanita ed esigente, e le si aprono di fronte agli occhi tutti quegli universi narrativi che solo la lettura sa creare. Tutte quelle vite, quei mondi, quei personaggi: tutte quelle storie da recuperare e così poco per farlo.

Da lì, il cruccio:

 

che cosa ne ho fatto di tutti quegli anni?

In cosa ho impiegato il mio tempo migliore?

 

“Quello che voleva dire era che lei aveva ottant’anni e nessuno conosceva la sua voce. In auto sulla via di casa, tutt’a un tratto, senza rivolgersi a nessuno in particolare, la regina disse: <<Io non ho voce>>.”

 

E, consapevole di come la sua vita sia stata completamente stravolta dalla lettura, la regina abbraccia questa nuova versione di sé.

E la vediamo portarsi i libri in giro ovunque.

In parlamento.

Nella carrozza.

In tasca.

Nelle molteplici borse.

E ancora:

a colazione,

a pranzo, 

a cena.

 

“Era come un tarlo, un tarlo nella testa…”

 

Ogni occasione avrebbe potuto essere quella buona per leggere anche solo un minuto. Però, la regina non si limita soltanto a leggere ovunque e comunque qualunque libro le si pari davanti: pretende che anche chi le sta attorno lo faccia.

E di fronte a un cambio d’atteggiamento tanto repentino, la corte reale, preoccupata e indisposta, si chiede se la regina non sia ufficialmente ammattita.

 

Insomma, se cercate qualcosa di leggero, ironico e inaspettato, provate a dargli una chance. La prosa di Alan Bennett vi si rivelerà graffiante e satirica, ma scorrevole, ve l’assicuro.

Dall’inizio alla fine.

 

Ilenia, Giunti al punto di Agrigento

Alan Bennett
A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un disinvolto scambio di idee, la regina d'Inghilterra chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole arrischia una domanda del genere, qualcosa deve essere successo. Qualcosa in effetti è successo, qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto la lettura di quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali effetti sul suo entourage, sui suoi sudditi, sui servizi di security e soprattutto sui suoi lettori lo scoprirà solo chi arriverà all'ultima pagina, anzi all'ultima riga.
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Non si mette la vita nei libri. La si trova.