Nel vasto panorama letterario e intellettuale dei saggi femministi, con questo percorso andiamo alla scoperta di alcune delle voci e delle idee di autrici che hanno sfidato le convenzioni e rivendicato la loro individualità.
Per cominciare Femminismi, pubblicato dalla ricercatrice Florence Rochefort per le edizioni Economica Laterza, è la nostra occasione per avere l’occhio critico riguardo la storia del femminismo, un doveroso confronto tra le diverse storie globali di lotta al femminile: il problema posto dall’Occidente sull’uguaglianza di genere farà il giro del mondo e come dice Rochefort “si tratta di mostrare la complessità degli scambi tra Nord e Sud del mondo, che si compenetrano”. Dagli albori politici della fine del Settecento dei primi femminismi occidentali, proseguendo per le “donne nuove” che si organizzano politicamente passando per le guerre mondiali, giungendo al post 1945 quando i movimenti femministi diventano istituzioni e le istituzioni diventano battaglia all’emancipazione sino ad oggi.
Arricchiamo il nostro percorso con un libro arrivato nelle librerie a maggio 2023, della giornalista e scrittrice Jennifer Guerra che, nel suo Un’altra donna per l’editore Alfabeto UTET, indaga l’essere donna oggi secondo un nuovo ventaglio di possibilità: scegliere di essere donna e non solo nascere tale, scegliere di diventarlo nella sua forma più resistente e solidale in cui non è “il parametro sempre l’uomo”, come spiega la stessa autrice, ma è questo parametro “un’altra donna”, un’alleata con cui scrivere insieme la nostra identità comune, basandosi sull’opportunità sempre aperta di rigenerazione totale, come avviene nel paragone che la filosofa Catherine Malabou fa tra le donne e le salamandre, riporta Guerra, proprio come la salamandra fa in modo che la sua coda recisa ricresca in una forma sempre nuova e diversa. Così la lettura di questo testo sarà per le donne forza rigenerante.
Proseguiamo con un altro saggio degli ultimi tempi Dalla parte delle bambine, in cui la pedagogista Elena Gianini Belotti smonta con la sua ricerca pezzo dopo pezzo i preconcetti del mondo infantile, che debba essere necessariamente celeste per il bambino e rosa per la bambina. Questo saggio è dunque un invito a portare le nostre figlie verso un’educazione che non le vedrà “potenti come un uomo”, ma le vedrà coinvolte nella più nobile consapevolezza di essere sé stesse. Escludendo i condizionamenti esterni, la Belotti chiede di ascoltarsi e di creare adesso le basi per un futuro in cui, le stesse strutture psicologiche delle donne siano portate alla formazione di individualità vere, sfruttando gli insegnamenti della prima infanzia e superando una volta per tutte lo schermo di pregiudizio e insicurezza.
Dacia Maraini è poi da sempre quella voce femminile di cui non possiamo fare a meno. Il suo lavoro in Nel nome di Ipazia, intitolato alla pensatrice greca Ipazia, colei che nel V secolo venne uccisa da uomini persecutori per la sola colpa di possedere idee avanguardiste sull’universo, è una raccolta di testimonianze tutte inerenti al pensiero libero delle donne contro i soprusi maschili di ogni ordine e grado. Un libro-simbolo che sfida il tempo e la distanza tra le donne del mondo per mettere in campo una sola libera idea, così come la stessa scrittrice ha imparato dalla madre Topazia: “Non importa quello che dicono gli altri, ma la prima fedeltà alle proprie idee viene da te, accompagnata dalla stima per te stessa”. Il destino femminile è ancora tutto da scrivere, e la Maraini mette nero su bianco tutta la tenacia di tutte le donne possibili di cui ha conoscenza, per farle conoscere a noi lettori.
E infine la celeberrima Virginia Woolf che fa del suo iconico Una stanza tutta per sé un capolavoro appassionato e di humor pungente, il risultato di conferenze della scrittrice nel 1928 a Cambridge su temi femministi, con l’intento di delineare la figura della donna intellettuale accerchiata da prevaricazioni maschili in ogni dove. Cronostoria dei suoi tempi e del rapporto tra la donna e il denaro, del rapporto tra la donna e la scrittura, riporta a onor del vero che “Ogni penny che guadagno, potrebbe aver detto, mi verrà tolto e usato secondo il volere di mio marito” e poi ancora profetizza per il futuro: “Inoltre fra cento anni, pensavo mentre raggiungevo la porta di casa, le donne non saranno più il sesso protetto. È ovvio che parteciperanno a tutte le attività e a tutti i lavori che un tempo erano stati loro negati”. La Woolf ha le idee ben chiare sul ruolo della donna e ora non ci resta altro che scoprire perché la donna dovrà sempre avere “una stanza tutta per sé”.
Federica, libraia Giunti al Punto di Taranto