Un nuovo anno rappresenta per molti un nuovo inizio. Quando ci si accinge ad affrontare un nuovo percorso inevitabilmente ci ritroviamo a riflettere sulle aspettative, sugli obiettivi da perseguire e a fare un lavoro su sé stessi che permetta di intraprendere questo cammino con la massima concentrazione ed energia affinché i risultati attesi possano essere perseguiti. Viviamo però in una società frenetica che spesso ci porta ad affrontare tutto con estrema rapidità dedicando, quindi, poca attenzione a noi stessi. Ecco un percorso dedicato ad una serie di romanzi riflessivi e introspettivi che spero vi aiutino a guardarvi dentro e a capire che la vita è un dono meraviglioso e viverla appieno è solo una nostra scelta e che c’è sempre tempo per cambiare!
Il primo libro che ho scelto è Vincoli di Kent Haruf. Siamo in Colorado e la voce narrante è quella di Sander Roscoe che attraverso una “confessione”, che appare più come la necessità di sputare fuori tutto il dolore che ha visto negli anni, racconta la vita di Edith e della sua famiglia. Solo così sarà possibile dare un perché a quel tragico incendio che ha ridotto in cenere la casa di Edith che condivideva con il fratello. Tra queste pagine si leggono di tutti quei “vincoli” familiari che dovrebbero essere una guida, un punto di partenza, valori, ma che finisco troppo spesso (e più spesso in modo tragico) in egoismo, desolazione, gerarchia, regole ferree, frustrazione. È un libro di una potenza enorme che permettere di interpretare l’importanza della vita. Ci sono vincoli nella nostra vita che dovrebbero essere affetti, valori, costruire l’identità di una persona ma che si trasformano in catene.
Seguo con un libro che si concentra sempre sui rapporti familiari ma questa volta ambientato in Italia, ed in modo particolare in Calabria, ovvero Sud di Mario Fortunato. Attraverso il racconto di circa settant’anni della storia d’Italia, tra queste pagine leggiamo storie di migrazione, guerra, povertà, fame, tradizioni, innovazioni, patriarcato, solitudine, dolore e rinuncia (e viene subito in mente il violino del farmacista chiuso nell’armadio), amore, amicizia, solidarietà. Se da una parte racconta dell’Italia che cambia, talvolta in bene altre in peggio, dall’altra parla di famiglie, in questo caso quella del farmacista e del notaio destinate ad unirsi, e ancora di persone, di scelte, di rimpianti. Valentino, che lascia la Calabria negli anni della sua giovinezza, ad un certo punto è costretto a fermarsi (e costringe anche noi lettori a farlo) e a guardare al passato, per capire chi siamo e da dove veniamo, e con non poco rammarico. “Quando torna a guardare e ascoltare scopre che le persone non ci sono più, e spesso non ci sono più da molto tempo, le loro vite sono lì, e chiedono di essere raccontate”.
L’identità di Milan Kundera si concentra invece sulla sfera più sentimentale. Questa è la storia di un amore sincero, di gelosia, di ricerca, di riconoscere il senso della vita nell’amore e nella dedizione di chi ci accompagna nella vita. Chantal riceve lettere da un ammiratore segreto, e saranno queste a creare un turbinio di emozioni contrastanti. I due protagonisti si perdono, si distanziano, non si riconoscono più. Si distaccano dal proprio Io. Parte così una ricerca profonda: troveranno la propria identità affidandosi l’uno nelle mani dell’altro perché in fondo questo è l’amore, riconoscere sé stessi nella persona amata.
Proseguiamo questo percorso con una grande intensità e carica emotiva. Picciridda di Catena Galeano Fiorello, è la testimonianza di un mondo che solo apparentemente cambia e di come la storia si ripete. Questo libro racconta di quelle persone costrette a lasciare la propria terra, i propri affetti e amori, con tutte le conseguenze e i dolori che emigrare comporta, sia per chi parte che per chi resta. Ieri come oggi. Picciridda è Lucia, ma anche tutti i figli che si sono sentiti abbandonati, troppo indifesi per comprendere il dolore di chi è partito nella speranza di un futuro migliore. Picciridda è Lucia, che in quell’età in cui tutto dovrebbe essere felice e ingenuo ha scoperto troppi dolori. Picciridda è anche il richiamo rauco e dolce di una nonna che dietro la sua pelle ruvida attira a sé la sua nipotina impartendo ordini carichi d’amore. “Dare un senso al nostro percorso di crescita interiore è necessario, ma sulla propria storia bisogna fare un serio lavoro di scrematura. Infatti ho preferito dare importanza solo a ciò che mi ha arricchito. E su tutto ha prevalso la figura di mia nonna”.
Infine, un libro estremamente dolce che si focalizza sugli inizi e sulla fine è Piccolo libro di entomologia fantastica di Fulvio Ervas. È impossibile non amare la profondità e la dolcezza della scrittura di Ervas. Semplice ma articolato, essenziale ma elaborato, intenso, immenso, completo. Gli opposti che si incontrano generano dapprima il caos ma solo per rimettere tutte le cose al proprio posto, per dare un senso a questa vita che in certi momenti senso non ne ha. Dei ragazzini appassionati di entomologia intraprendono un viaggio alla ricerca di nuovi esemplari ed approderanno in una villa che porta avanti un progetto speciale: “aprire con dolcezza la porta che conduce dalla vita alla morte. Perché anche se avessimo amato e vissuto in piena felicità, la cattiva morte brucia ogni fotogramma di piacere, come un acido invincibile corrode ciò che siamo stati”. Cosa può accadere quando chi non ha più tempo incontra chi ne ha tanto da buttarlo via? Parole delicate e riflessive che ci fanno interrogare sullo scorrere del tempo e sulle infinite possibilità che la vita ci offre. Siamo tutti delle crisalidi affidate alle mani del tempo.
Ester, libraia Giunti al Punto di Corigliano