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Recensione "Cose che ti dico mentre dormi" di Enrica Tesio

Cala la notte, si è fatto tardi. Le luci si spengono e le case pure. Tutti vanno a dormire, ma nel silenzio una donna rinuncia al sonno e, vegliando sulle persone che ama, rivolge a ciascuna una carezza fatta di parole impronunciabili alla luce del sole, perché si sa: il buio ha un sentire diverso, sussurrato e più sincero e, solo al buio, il desiderio è anche coraggio della verità.

 

Cose che ti dico mentre dormi segna il brillante ritorno di Enrica Tesio in libreria e, seppur contraddistinto dallo stesso humour dei romanzi precedenti, si configura come il racconto delicato di uno spazio intimo, intriso di malinconia e tenerezza, in cui il rapporto con l’altro apre a un dialogo silenzioso e profondo con se stessi, e diventa pertanto il canale di una rivelazione importante e necessaria su quale sia stato e qual è il proprio contributo nel mondo, alla vita.

 

Oltre che l’affermazione di un legame viscerale e inscalfibile – con il padre, la madre, il figlio, la figlia, il compagno, l’amica – in ogni capitolo si rintraccia quindi il bisogno della protagonista di scoprirsi o riscoprirsi, ripercorrendo le tappe di quanto è stato fatto, di ciò che è già passato e non può cambiare. Ogni persona che incontra lontano dal caos, nel tempo indisturbato della quiete, è per lei una stagione differente dell’esistenza e, allora, una sempre diversa possibilità di riflessione, comprensione e risoluzione interiore.

 

Sorprende, ancora una volta, il talento dell’autrice nell’esprimere la bellezza del semplice senza banalizzarlo, di fare dell’ordinario un luogo comunque “magico” dove l’eccezionale accade ed è lì, ad un passo, alla nostra portata. Il suo stile asciutto, il registro linguistico colloquiale, rendono accessibile a qualsiasi lettore una storia privata ma non troppo, che deve al modo e al tono della narrazione la forza e la capacità di universalizzarsi; di poter essere singolare nei dettagli però condivisibile nell’istintività di un’emozione, nello stimolo continuo di una sensazione familiare che riguarda da vicino una moltitudine di altri affetti. Le storie piccole, “anonime”, sconosciute, di chiunque si trovi al di qua della pagina.

 

Tesio ci regala una lettura che appassiona e coinvolge, ci commuove e fa ridere un sacco. Mette a nudo le imperfezioni e le fragilità, i dubbi e i fallimenti. Esalta a pregio il difetto, guarda al valore di una puzza, di una stranezza, e ci ricorda che in fondo, quando andiamo alla ricerca di qualcosa che non troviamo (l’abito da sposa appartenuto a chi non c’è più, una risposta), basta direzionare altrove l’attenzione. Non lasciarsi confondere per qualche momento, o per una notte, lo sguardo, e tornare all’amore. A tutto quell’amore che non ci siamo davvero mai detti.

 Francesca, Giunti al Punto di Catanzaro

Enrica Tesio
Di tutte le ore della giornata ce n’è una segreta, notturna, abitata solo dai sogni: è l’ora in cui la casa si fa silenziosa, tutti dormono ma una donna veglia e posa su ciascuno i suoi pensieri come carezze in punta di piedi. È l’ora delle malinconie e della tenerezza, è l’ora della verità sussurrata nel buio quando fa meno male o quando sappiamo che l’abbraccio del sonno presto ci concederà una tregua. Con una voce piena di humour e di sensibilità, la narratrice di queste pagine ci racconta la sua famiglia attraverso i discorsi notturni che rivolge alla figlia bambina, al figlio adolescente, alla mamma che non c’è più e all’incrollabile papà, al suo compagno, a un’amica che vive dall’altra parte del mondo... e forse, in fin dei conti, a sé stessa.
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Sono te nella testarda perseveranza dell'errore. Sono te in molte altre zoppie. Perché io sono le mie inettitudini ed è lì che facciamo pace, quando realizzo che non mi hai insegnato, non mi hai detto cosa fare, non per cattiva volontà, ma perché non sapevi.