Secondo un’antica leggenda sotto le isole del Giappone vive un enorme, terribile pesce gatto. Quando questa creatura si muove, provoca dei terremoti devastanti. L’ultima volta che la terra ha tremato è stata diversa da tutte le altre: la scossa è stata talmente forte da alterare l’ordine del tempo, che da quel momento in poi ha iniziato a scorrere in modo diverso. Ci sono zone del Giappone in cui ha iniziato a scorrere più lentamente: sono le più disastrate e desolate. E altre in cui ha iniziato a scorrere a velocità disumana. Ma l’ultima volta che la terra ha tremato, ad incrinarsi, non è stato soltanto il tempo: anche la vita di Sora si è spezzata inesorabilmente, dal momento che a causa del movimento folle di quel pesce gatto ha perso sua madre. Quella mattina sarebbe dovuta restare a casa con lei, aiutarla a stendere fuori i futon.
Invece ha preferito andarsene al supermercato con suo padre e adesso questo è il suo più grande rimpianto. Si dice che nelle zone temporali, in cui il tempo non scorre più regolarmente, si possano cogliere le ombre di chi si è perduto. E forse la madre di Sora è intrappolata in un’altra dimensione e non riesce più a tornare. Sora e suo padre vivono nei pressi di una di queste zone, si tratta di luoghi selvaggi proibiti, pericolosi. Ma niente può fermare una ragazza che desidera soltanto che sua madre torni a casa. Che non sia perduta per sempre. Ha inizio così questo splendido e terribile viaggio: comincia da un vuoto e una mancanza incolmabili.
Questo è un libro magnifico per le atmosfere oniriche e sognanti, per il tipo di scrittura avvincente che ti spinge ad andare avanti come se anche tu fossi immerso nella ricerca disperata di qualcuno o qualcosa che hai perso. Tocca corde e sentimenti profondi perché affronta il tema della perdita, del ricordo, dell’identità. E lo fa in modo estremamente leggero e poetico, fondendo realismo magico, elementi scientifici, mitologia, filosofia. È un libro trasversale, non può essere incasellato solo ed esclusivamente nel genere fantasy. Commuove, intrattiene, fa riflettere. È catartico.
Per concludere: è un libro che insegna l’arte del saper lasciare andare, a volte così difficile da imparare.
Giorgia, libraia di Silvi Marina
«Siamo opposti. In inverno, quando gli alberi sono nudi, noi indossiamo vestiti pesanti, e in estate, quando sono tutti coperti dalle foglie, ci mettiamo in pantaloncini corti e maglietta.» «Può darsi. Ma forse non siamo opposti, soltanto diversi. La natura ha un momento giusto per tutto. Sa aspettare. Certe persone invece» disse, toccandomi la punta del naso «non ne sono capaci.» «Perché è noioso.» La mamma mi rivolse uno sguardo di disapprovazione. «Gli alberi sono pazienti. Devi essere come loro»