Un viaggio nelle pieghe oscure dell'animo umano, tra senso di colpa, desiderio di giustizia e il peso insostenibile del silenzio. Ambientata a Reggio Calabria, questa storia intreccia un fatto di cronaca nera con la fragilità di una ragazza che si affaccia alla vita adulta portandosi addosso ferite troppo grandi per la sua età.
Lucia Carbone è una giovane studentessa al Liceo Classico. La sua vita è segnata dall'omicidio irrisolto della zia Maria, un delitto inspiegabile e brutale, rimasto avvolto nell'omertà della gente del paese, così come della famiglia stessa. Lucia ha però fame di verità e giustizia. Di vendetta. Una fame che la spingerà a compiere un gesto estremo: il sequestro di Rosario Cristallo, figlio di una potente famiglia criminale, che potrebbe sapere qualcosa in merito a quella drammatica vicenda.
L'autrice ha la capacità di rendere palpabile il conflitto interiore di una ragazza che, pur vivendo la sua quotidianità — la scuola, gli amici, i primi amori — resta inchiodata al peso di quel segreto tenuto nascosto in uno scantinato della vecchia casa della nonna.
Con una scrittura poetica ed evocativa, l'autrice costruisce un romanzo che ricorda per intensità e tematiche "L’età fragile" di Donatella Di Pietrantonio, lasciando il lettore attonito e desideroso di venire a capo della verità per anni sotterrata e taciuta.
"Col buio me la vedo io" è una storia di ribellione, un racconto sulla perdita dell'innocenza e sul prezzo che si paga per inseguire la verità in un mondo che preferirebbe soltanto dimenticare.
Ilaria, libraia Giunti al Punto Corigliano Calabro
Tutta la casa è piena di parole: dietro i battiscopa, sugli stipiti, sotto i tavolini, nelle fessure tra le mattonelle. Eppure è piena di spazio vuoto, dove non si propagano rumori né voci, dove nessuno si avvicina a nessuno, nessuno manca a nessuno. La famiglia è un sistema di pieni e di vuoti, di presenza e mancanze, tutti assieme, nello stesso momento, nelle stesse persone.