Condoglianze vivissime è un memoir intimo, intenso, profondo, riflessivo, divertente e talvolta buffo con storie grottesche senza tempo. Cataldo Perri ci conduce in un viaggio incredibile, carico di speranza. Parla di una malattia dura, difficile, e lo fa raccontando sé stesso, il suo passato, i ricordi di una vita. Tra un day hospital oncologico e l’altro Perri ci porta dentro stanze fredde ma piene di gente che sente la vita scorrere sotto la pelle e che di mollare non ne vuole proprio sapere. “Cuntate, dottò cuntate, picchì u cuntari ferma u tempu e caccia da casa malipenseri e malatia” (Raccontate, dottore raccontate, perché il raccontare ferma il tempo e caccia da casa i brutti pensieri e la malattia). Così, seguendo le richieste degli altri pazienti, inizia a raccontare e a raccontarsi. Storie quasi folli, al limite del verosimile, ma che fanno sorridere e stare bene.
È con un tocco leggero, con simpatia e con empatia che l’autore ci parla di malattia, di perdita e perseveranza, di passioni in grado di mantenerti vivo, nonostante tutto. Con dolcezza racconta il suo grande amore “La notte prima del ricovero cercai i piedi freddi di Angela. Una scintilla di vita. Il profumo della speranza”.
Tra un concerto a Buenos Aires, nelle università brasiliane e all’auditorium della clinica Humanitas, scopriamo un medico per mestiere ma un musicista per vivere, che ha fatto una promessa folle e l’ha mantenuta. “Perché quando la vita vuole schiacciarti e metterti spalle a terra, solo un pizzico di follia e la potenza dei sogni possono farti spuntare le ali. E più grande è il dramma, più ardita e fantasiosa dev’essere l’impresa per affrontarlo e sconfiggerlo”.
Pagine intrise di voglia di vivere, che fanno comprendere l’importanza di ogni singolo giorno e quanto una passione possa fare miracoli.
Un libro da assaporare utilizzando tutti i sensi, per non perdere nulla di questo incredibile viaggio. Alla fine dei capitoli è possibile inquadrare il QRCODE e ascoltare il brano scritto e suonato dall’autore. Ma ancora di più è un libro olfattivo, sì, perché l’autore parla dello Jonio in maniera così vivida da sentire il profumo della salsedine tra le pagine. “Succede a quanti lo rispettano e sanno aprirgli gli occhi e il cuore, per nutrirsi del suo profumo, del senso d’infinito, della speranza che riverbera fra le sue onde. Perché il mare è il colore e il suono dell’anima”.
Una frase che diventa un mantra: “inspiro profondamente, chino la testa al cielo infinito e con gratitudine sussurro: Buongiorno Vita”.
Ester, Giunti al Punto di Corigliano
Ci devi provare ad abbandonare la fragile sicurezza del porto, dove insieme all’àncora affondano le nostre rinunce e la nostra malinconia. Devi sganciare gli ormeggi della tua barca e della tua vita.