In letteratura, così come al cinema e nell’arte in generale, la neve è sempre stata molto più di un semplice fenomeno atmosferico e, oltre a costituire lo sfondo paesaggistico di una storia, quindi il tratto distintivo e maggiormente accattivante dell’ambiente che la contiene, rappresenta al contrario un elemento “attivo”, agente, della narrazione. Infatti, definendo il contesto di un racconto, la neve partecipa all’evolversi progressivo dell’intreccio. Si insinua all’interno delle dinamiche drammaturgiche e manifesta una moltitudine di significati nascosti che chiariscono e intensificano il verificarsi degli eventi, riflettono lo stato d’animo dei personaggi e, soprattutto, determinano le relazioni tra questi e gli altri, tra loro e il mondo in cui vivono.
Sono tantissime le storie vestite di bianco, e poche quelle in cui i cristalli d’acqua che silenziosi cadono dall’alto non si fanno metafora o veicolo emotivo di qualcosa. Il candore magico della neve rende onirico e insolito lo spazio che ricopre, lo trasfigura e lo ripulisce dalle contaminazioni possibili, ne sfuma i contorni. In poche parole, richiama la sensazione di per sé perturbante – ma comunque trasformativa della realtà data – di un’apertura continua al mistero, al nuovo, all’occasione. Talvolta, la neve esaspera il tono narrativo, di frequente segna una sospensione dell’ordinario e impone uno stato di temporaneità funzionale alla trama.
Se avete voglia di dare il benvenuto al nuovo anno immergendovi tra le pagine di un libro “innevato”, ecco a voi sei titoli maestri, ciascuno a suo modo a seconda del genere d’appartenenza, del forte valore simbolico e delle implicazioni psicologiche della neve:
L’inverno della lepre nera di Angela Tognolini. Un romanzo potente che indaga la complessità di un rapporto madre-figlia tra passato e presente, nel cuore di un luogo montano isolato dove la prima è nata e cresciuta. Il bosco e la baita dello zio Tone diventano per le due un rifugio e, insieme, una zona franca in cui ripensare da zero la vita, sanare le ferite e riscoprire pian piano anche la bellezza di un legame difficile. È una storia d’amore e di violenza, un inno alla semplicità del quotidiano in cui il profumo della montagna rispecchia il sapore di un’esistenza alternativa, distante dai ritmi e dai limiti della città e da un dolore che non dà tregua, regolata esclusivamente da leggi naturali. La neve circonda ogni cosa, stabilisce nella sua essenza il ritorno alla purezza e all’innocenza Laddove il tempo sembra essersi fermato, di stagione in stagione, le protagoniste si ritrovano, apprendendo dall’antica leggenda di una lepre che, anche nell’inverno più buio, si può rinascere.
Le otto montagne di Paolo Cognetti. La storia di un’amicizia straordinaria tra due bambini, poi ragazzi e infine uomini, diversi ma accomunati dalla ricerca perenne di autenticità. Una lettura intima che esplora i temi della crescita personale, della scoperta di sé e della relazione tra uomo e natura, tramite una scrittura realistica e fortemente comunicativa. È una riflessione sulla vita selvaggia, tanto affascinante quanto aspra, di montagna; su come e quanto questa sia impattante sulle scelte di chi la abita e impara a comprenderla pur accettandone il segreto. Bruno e Pietro condividono momenti sparsi ma cruciali delle loro vite in una remota valle alpina e, uno accanto all’altro, dall’infanzia all’adolescenza all’età adulta, affondano le scarpe nella neve in direzione di una risoluzione interiore e di una verità più grande, forse inafferrabile, su cosa sia essere presenti a se stessi e sentirsi al proprio posto nel mondo.
La strada di Cormac McCarthy. Nel buio di un mondo freddo e post-apocalittico, abitato ormai soltanto da pochi superstiti disperati e predoni, un padre e un figlio lottano per la sopravvivenza e brancolano per le strade deserte di un’America irriconoscibile, speranzosi di raggiungere il sud. Hanno perso tutto, i loro unici averi sono in un carrello che si trascinano dietro a fatica. La fine del viaggio è invisibile, è uno sogno lontano e la presenza copiosa della neve non fa che mettere a dura prova la resistenza dei corpi che vagano stanchi. Il romanzo vincola il lettore a un ritmo lento e lo scenario riflette gli spazi volutamente bianchi della narrazione, quei momenti di pausa e di attesa, precarietà e respiro, che la materia del racconto richiede. La dimensione che avvolge i personaggi è surreale, ma lo stile dell’autore riesce a renderla credibile e vivida. Il gelo che aggrinza la loro carne pallida e smunta rischiando di spegnere l’ultima flebile fiamma d’umanità è lo stesso che pervade, passo dopo passo, chi sta dal lato opposto della pagina.
Onesto di Francesco Vidotto. La storia malinconica e poetica di un uomo che ha scritto per un’intera vita lettere alle montagne e che, solo alle montagne, nel culto del silenzio e della riservatezza, ha sentito di poter affidare i propri sentimenti, segreti, desideri e tormenti. Ciascuna lettera, di volta in volta indirizzata a una vetta diversa, contribuisce così a portare alla luce la verità di un’esistenza semplice, apparentemente anonima, ma in realtà ricca di valori e avvenimenti di grande intensità. Il racconto scava nella sfera intima del protagonista, mostrando la complessità di un’anima fragile, inquieta, eppure capace di elevarsi al di sopra delle altre e di vedere sempre al di là. La montagna muta, bianca e maestosa, si fa custode eterna di un amore inconfessato e inconfessabile, ed è l’unico luogo in cui la risoluzione interiore di Onesto può avvenire: perché scalare significa saper rinunciare alla forza quando necessario, significa imparare a lasciar andare.
Il ladro di anime di Sebastian Fitzek. Un thriller mozzafiato, carico di suspense e in grado di tenere alta l’attenzione del lettore dall’inizio alla fine. Tutto accade in una notte, è la vigilia di Natale e mentre la neve cade sui tetti di una lussuosa clinica psichiatrica fuori Berlino, medici e pazienti scoprono che il cosiddetto “ladro di anime”, un maniaco che da tempo ossessiona la città, si trova all’interno della struttura. Il caos e il panico prendono il sopravvento e Caspar, un ex chirurgo alle prese con l’elaborazione di una tragedia personale, è chiamato a prendere le redini della situazione al fine di neutralizzare il serial killer e mettere in salvo la comunità. Far pace con i fantasmi del passato non è facile, le condizioni atmosferiche enfatizzano l’isolamento e lasciano presagire il peggior epilogo… Come andrà a finire?
The Shining di Stephen King. Il long-seller che ha stregato milioni di lettori in tutto il mondo, una delle più avvincenti trame horror mai scritte in cui si palesa il ruolo funzionale della neve come incidente scatenante, elemento chiave e imprescindibile dello sviluppo. L’Overlook Hotel domina le alte montagne del Colorado e nel pieno dell’inverno, quando proprio per via delle condizioni atmosferiche è costretto a chiudere e diventa di fatto irraggiungibile, si fa scenario di delitti e suicidi inquietanti. Jack Torrance è uno scrittore fallito e, un po’ per noia un po’ perché in cerca di ispirazione, accetta l’incarico di guardiano dell’albergo nei mesi più freddi e nevosi, ignaro delle conseguenze disastrose che la decisione avrà sulla sua salute mentale e sul destino della sua famiglia. Il suo arrivo in compagnia di moglie e figlio infatti scatena di nuovo le forze del male e l’uomo viene trascinato in un’esperienza macabra dai risvolti agghiaccianti e fuori da ogni logica o comprensione umana.
Non vi resta che mettervi comodi, allora. Buon 2025 e buona lettura.
Francesca, libraia Giunti al Punto Catanzaro