“Un’altra cosa che fanno i grandi è che non parlano con quelli che amano ma più spesso di quelli che amano. […] Ti dirò anche che è tipico dei grandi raccontarsi storie. In queste storie sono loro a essere principi o principesse, sono chiusi dentro torri e prigioni. Sono eroi anche, oppure vittime, raramente sono i cattivi. […] Cerca di diventare una persona grande che racconta storie ai bambini e non a sé stessa”.
Questa è la storia di Antonia Baldi, Toni per tutti quelli che la conoscono. È un’affermata scrittrice di libri illustrati per bambini, ma anche una madre, un’ex moglie, una sorella e una bambina. “Ma non una bambina allegra che impara, piuttosto una bambina che perde ogni gioco”. Le succede così proprio nel bel mezzo della presentazione della sua ultima opera, quando si lascia andare ad una dichiarazione non proprio adatta al suo pubblico. Infrangere i sogni natalizi dell’intera platea di bambini non era assolutamente nei suoi piani. Non lo era nemmeno affrontare l’ostilità dei giorni a seguire, le critiche social, la casa editrice che l’abbandona, il suo ex marito che aspetta una bambina da una giovane influencer con infiniti follower. Toni affronta tutto e deve rimanere comunque una madre amorevole e presente per Vittoria, perché si. “L’amore è un esercizio di presenza”, non ammette distrazioni, soprattutto quello per i figli, così poco clemente con le mamme che a volte sentono il peso del mondo sulle loro teste, e sono costrette a far finta di nulla.
La narrazione così semplice, intima e fluida indaga sul passato e sul presente, su ciò che di bello bisognerebbe conservare. La protagonista cerca un equilibrio tra l’ancoraggio al passato e la tensione verso il futuro. Ad aiutarla arriverà qualcuno di inatteso ed insperato, Riccardo, che le ricorderà quanto a volte sbagliare sia un modo per ricominciare da capo, per accettare i propri limiti e soprattutto le proprie debolezze. Le tematiche affrontate in questo viaggio sul treno dei sentimenti, dal quale il lettore non vorrebbe mai scendere, approfondiscono lo sconsiderato utilizzo dei social media, che rappresentano il “trionfo dei vizi capitali”: la rabbia, la superbia, l’accidia, la lussuria, l’avarizia e l’invidia. Sono mezzi di comunicazione che decidono chi sei e per quanto tempo puoi esserlo, definendo o ingigantendo la portata di un errore. Ma è la bellezza, la verità e la quotidianità di queste pagine a far riconsiderare la dimensione di uno sbaglio, ricordando che esistono gli “errori belli” come la torre di Pisa; che è essenziale perdonare e perdonarsi, accarezzare i bambini che si è stati, e rassicurarli perché a volte sono stati sgridati da genitori distratti che scambiavano una richiesta d’attenzione per un capriccio.
“Le persone si dividono in due categorie: cercatori e costruttori. I cercatori vengono al mondo e sentono di aver perso qualcosa, Sentono di essere incompleti non sanno bene cosa manchi e perché ma quel che fanno è cercare. […] Se ascoltano una canzone, loro ascoltano il passato, dov’erano quando l’hanno sentita, con chi, oppure creano un precedente per puntellare il futuro. Poi ci sono i costruttori. I costruttori nascono interi, non cercano loro creano affermano hanno una presa più salda sulla vita. Tra cercatori e costruttori c’è la stessa differenza che corre tra il trovarsi e il realizzarsi.” Che il lettore possa sempre essere un po' di entrambi e sentirsi a casa tra queste pagine ricche di vita vera.
Rita, Libraia Giunti al Punto Catanzaro