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Recensione "La mia amica ombra", John Dougherty

Esistono delle storie che non hanno età, che arrivano dritte al cuore di chi le legge scatenando un uragano di emozioni. È quello che capita sfogliando le pagine di "La mia amica ombra" di John Dougherty e Thomas Docherty, un albo illustrato che tocca con sensibilità e dolcezza i temi della perdita e del dolore.

 

Spesso non è semplice spiegare ai bambini concetti così delicati, trovare le parole giuste per parlare di argomenti che mettono in difficoltà persino gli adulti. Ma ecco che arrivano Betta a Berto, due simpatici animaletti legati da un’amicizia speciale.

 

Betta è una lepre, Berto è una tartaruga. Il loro legame, seppur possa sembrare un tantino strano, è profondo e arricchito da momenti di giubilo e risate. Un giorno, però, Betta scompare. Berto è disperato, ora al posto della sua amica lepre c’è un’ombra che aleggia nell’aria. Sarà l’orsa Gerda a consolare Berto, incoraggiandolo a riempire quella figura vuota con tutti i ricordi meravigliosi che hanno condiviso nel tempo trascorso insieme.

 

Fu difficile all’inizio, ma Berto mentre parlava di tutti quei ricordi il vuoto riempiva. E per aver seguito di Gerda il consiglio pian piano si sentì… un pochino meglio.

 

Berto sperimenta ogni fase della perdita: lo sconcerto per quell’assenza così improvvisa, la rabbia, la rassegnazione. L’orsa Gerda, così come farebbe un vero amico, non cerca a tutti i costi di convincere Berto a riprendersi dalla sua perdita, ma gli sta semplicemente accanto abbracciandolo e consolandolo.

 

Non sempre è felice, la vita. Scopriamo, crescendo, che spesso perdiamo chi si ama. A volte partono, e altre volte muoiono, a volte ci lasciano e neanche salutano. Non puoi liberarti di questo terribile vuoto. Dentro non c’è niente, e resta sempre muto. Non puoi non vederlo, smarrirlo, nasconderlo. Ma di tanta bellezza, se vuoi, puoi riempirlo.”

 

L’albo, grazie alle sue illustrazioni colorate e alla struttura poetica e semplice, può rivelarsi un supporto importante per affrontare il concetto di perdita, intesa non solo come elaborazione del lutto ma anche come separazione da cose, luoghi o persone. Un gioiellino che può essere di conforto anche agli adulti che stanno affrontando un momento difficile e che, grazie a Betta, Berto e Gerda, magari riusciranno a trovare la forza di andare avanti.

 

 

Ilaria, Giunti al Punto Corigliano-Rossano

John Dougherty
Quando la lepre Betta scompare, lasciando nient’altro che uno spazio vuoto, un’ombra scura, Berto è disperato. Come può cancellare quel vuoto che è rimasto lì dove prima c’era Betta e riportare indietro la sua migliore amica? E se non fosse possibile? Un racconto in rima, dolce, commovente e pieno di luce, che esplora con delicatezza i temi del dolore e della perdita.
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Fu difficile all’inizio, ma Berto mentre parlava di tutti quei ricordi il vuoto riempiva. E per aver seguito di Gerda il consiglio pian piano si sentì… un pochino meglio.