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Recensione "Le bugie sepolte nel mio giardino", Kim Jin Yeong

Un viaggio nelle terre coreane, da leggere con il fiato sospeso, ricco di suspense e colpi di scena ad alta tensione alla fine di ogni capitolo.

 

Un vero e proprio intreccio della vita di due donne sottomesse, a loro modo, dalla mano degli uomini, dove l'arroganza del lusso si scontra con la disperazione della povertà, in un thriller dalla scrittura cinematografica.

 

Siamo di fronte ad una storia fatta di dubbi e segreti ma anche di invidia, dove il denaro appare come l’unica soluzione ai problemi. La narrazione alterna il punto di vista di due donne più simili di quanto sembri, entrambe manipolate dai coniugi che le fanno sentire misere e inutili. Due donne che quando si incontreranno, si renderanno conto che la loro vita sta per prendere una piega diversa, in cui dovranno sottostare solo a loro stesse.

 

La prima, Sang-Eun, è una donna del popolo che lotta per sopravvivere, vive una vita fatta di sacrifici, di rinunce e di incomprensioni con il marito, ed è costretta fare scelte disperate in un mondo che non lascia spazio ai deboli. L’altra, Ju-Ran, è benestante, si occupa della sua famiglia e di una casa da sogno in un lussuoso quartiere con un giardino che ama, ma è proprio una strana puzza da quel giardino a compromettere la sua visione di ciò che per lei è sempre stata la vita ideale: da qui il libro si trasformerà in un thriller inquietante, con la scoperta dell’omicidio di uno dei mariti, mentre l’altro verrà accusato della sua morte.

 

Le protagoniste si incontreranno per confrontarsi sull’accaduto, sebbene una delle due conosca già la verità. Ma ecco che un secondo ritrovamento, malgrado il tentativo di insabbiare le prove, ribalterà ogni certezza.

Il colpo di scena finale sistemerà definitivamente la vita di entrambe. O forse no?

 

 

Carmen, Giunti al punto di Policoro

Jin Yeong Kim
A Seoul, dove vivi fa la differenza. Ju-ran è una donna bellissima e ha una famiglia “perfetta”: è sposata con un medico rinomato, ha un figlio sano e intelligente e finalmente una nuova casa con un enorme prato a Pangyo, un quartiere di lusso a soli 20 minuti dalla capitale. L’unica cosa che le dà sui nervi è la puzza che proviene dal giardino. Jae-ho, il marito, insiste che si tratti solo del concime per i fiori e che l’odo­re scomparirà presto, ma come una macchia d’olio su un bell’acquerello Ju-ran non riesce a cancellarlo dalla sua mente. E le azioni insignificanti di quello che ha sempre considerato il compagno ideale cominciano ad apparirle improvvisamente sospette. Specialmente dopo che una giovane donna lo accusa dell’omicidio di suo marito. E se Jae-ho fosse un assassino? Sang-eun adesso si ritrova vedova, senza un lavoro e incinta. A sua madre è stata appena diagnosticata una demenza senile allo stadio iniziale e deve assolutamente trovare un nuovo appartamento perché presto non potrà più permettersi di pagare l’affitto. In questo mondo in cui non esistono vite facili, sembra che ognuno sia infelice a modo suo: chi ha troppo e chi non ha nulla. Ma quando tutto va male bisogna scegliere il proprio destino. 

L’ arroganza del lusso si scontra con la disperazione della povertà in questo romanzo dalla scrittura cinematografica, il sapiente intreccio e un’ambientazione alla Parasite.
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In questo mondo in cui non esistono vite facili, sembra che ognuno sia infelice a modo suo: chi ha troppo e chi non ha nulla. Ma quando tutto va male bisogna scegliere il proprio destino.