Una storia che commuove profondamente il lettore, e che ha ispirato l'omonima pellicola cinematografica di Hettie MacDonald (già regista della serie TV "Normal People", tratta dal romanzo di Sally Rooney), con protagonisti il premio Oscar Jim Broadbent e una delle interpreti di "Downtown Abbey", l'attrice Penelope Wilton.
Harold Fry è un anziano signore che vive a Kingsbridge insieme a sua moglie Maureen. Un giorno arriva a casa una lettera inaspettata: è Queenie, una cara ex collega e amica, che gli scrive per dirgli addio perché è ormai ammalata di un cancro incurabile. La notizia sconvolge Harold, che in preda allo shock decide di rispondere a quella lettera. Ma arrivato alla cassetta della posta, scatta qualcosa dentro di lui. Decide di non fermarsi, ma di continuare a camminare. Andare a piedi a Berwick, a oltre mille chilometri da casa, per salvare la sua amica. Sì, perché fino a quando lui camminerà, il cuore di Queenie non smetterà di battere.
Harold, in questa folle avventura on the road, nonostante la stanchezza e le vesciche ai piedi, avrà la possibilità di conoscere tante persone e ascoltare storie che smuoveranno la sua coscienza, ma riuscirà soprattutto a riflettere sugli errori commessi nel corso della sua esistenza. La solitudine forzata farà riemergere ricordi drammatici e demoni interiori, cose che lo hanno allontanato da sua moglie e che hanno incrinato il rapporto con suo figlio David.
Un romanzo dolcissimo sull'importanza del valore dell'amicizia e della bellezza di un gesto gentile, elementi capaci di rendere possibile l'impossibile. Harold è un anti-eroe, un moderno Forrest Gump che vuole solo redimersi e rimediare a un passato ingombrante e doloroso, dove i passi falsi sono stati troppi e hanno portato a conseguenze apparentemente insanabili. Girata l'ultima pagina del libro, il pensiero che rimane è che ci si può riappacificare con sé stessi e con gli altri, se lo vogliamo veramente e lo sentiamo nel profondo del cuore, perché solo guardando al di là delle cose possiamo trovare le risposte a ogni nostra domanda e, soprattutto, perdonarci.
Ilaria, libraia di Corigliano Calabro
Capì che il suo viaggio a piedi, quel camminare per espiare i propri errori, era anche un modo per accettare le stranezze degli altri. Essendo di passaggio, si trovava in un luogo dove tutto, non solo gli spazi, era aperto. La gente si sentiva libera di parlare, e lui era libero di ascoltare. Di portarsi via un po' di loro.